Ditta Far Pro, le attività di controllo di Arpae
In merito all’articolo apparso nella cronaca locale il giorno 5 novembre scorso, relativo alle dichiarazioni della consigliera del Comune di San Cesario sul Panaro Sabina Piccinini sulle indagini Arpae presso la ditta Far Pro di Spilamberto, si ritiene necessaria una replica che meglio chiarisca la situazione e l’attività svolta da Arpae.
La ditta Far Pro è in possesso di un’autorizzazione integrata ambientale (AIA) che prevede controlli periodici da parte di Arpae sull’intero ciclo produttivo.
Oltre a questi controlli programmati per legge, dal 2020 a oggi, anche in seguito a ripetute segnalazioni effettuate prevalentemente dalla consigliera Piccinini, Arpae ha effettuato 9 sopralluoghi e prelevato 7 campioni allo scarico, uno solo dei quali risultato non a norma per un inquinante non pericoloso e non correlabile con le segnalazioni di schiuma. Tale violazione è stata regolarmente contestata all’azienda.
Nei diversi interventi su segnalazione si è generalmente constatata una colorazione giallognola dei reflui in scarico nel fiume Panaro (derivante dalla lavorazione del sangue), che non rappresenta di per sé un efficace indicatore di malfunzionamento dell’impianto di depurazione, a differenza della presenza di torbidità. In corrispondenza del punto di scarico si rileva inoltre frequentemente una presenza più o meno accentuata di schiume, formatesi a causa del “salto idraulico” e trattenute sul posto perché intralciate dalla vegetazione arbustiva infestante; anche questo non rappresenta di per sé un indice di malfunzionamento dell’impianto o di anomalia dello scarico.
Lo scarico dell’azienda è costituito sia dalle acque reflue industriali in uscita dall’impianto di depurazione sia da quelle di raffreddamento impianti; pertanto, lo scarico terminale che fuoriesce nel Panaro è comprensivo anche dello scarico della lavorazione del sangue, il quale, essendo uno scarico discontinuo, potrebbe non essere sempre in funzione. In tutti i sopralluoghi effettuati, si è sempre, per prima cosa, prelevato il campione al punto di scarico nel Panaro per prevenire “modifiche” alle condizioni di scarico e, immediatamente dopo, ci si è recati in azienda per verificare la situazione in essere al momento del prelievo. Non corrisponde dunque al vero la dichiarazione riportata secondo la quale “I tecnici di Arpae non hanno infatti controllato se l’acqua in uscita dallo scarico proveniva anche dalle lavorazioni del sangue”.
In merito alla dichiarazione “Che acqua hanno analizzato i tecnici Arpae? Nessuno l’ha capito e comunque non sarebbe la prima volta che Arpae effettua prelievi di acqua dallo scarico in fiume mentre la ditta non sta scaricando dal depuratore le acque provenienti dalle lavorazioni del sangue. Se vengono prelevati campioni mentre esce solo acqua di raffreddamento è evidente che i parametri sono tutti in regola”, si precisa che Arpae, solo nell'ultimo anno (settembre 2023, aprile e ottobre 2024), ha prelevato 3 campioni di acque reflue dal pozzetto di controllo di cui parla la consigliera Piccinini, costituite solo dalle acque derivanti dal ciclo produttivo. Di questi 3 campioni, solo uno è risultato non conforme, come specificato sopra. Questo risponde e smentisce anche l’ulteriore affermazione della consigliera Piccinini “L’autorizzazione prevede che i controlli vengano fatti prelevando anche campioni da un pozzetto interno alla ditta dove confluiscono le acque di lavorazione. Questo non ci risulta sia stato fatto dai tecnici di Arpae", aspetto questo ben noto all’Agenzia