Ex centrale nucleare di Caorso (PC), lo smantellamento verso il 50%
Quasi 10 milioni di euro per valorizzare il corridoio ecologico del Po e sviluppare un progetto organico di attrattività del territorio fluviale. Sono i fondi in arrivo grazie al percorso formalmente avviato dalla Regione Emilia-Romagna, soggetto deputato in base alla norma, per arrivare a un accordo con Sogin (società di Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) sull'utilizzo di risorse riservate alle misure di compensazione e riequilibrio ambientale legate alla dismissione della centrale di Caorso (PC), ulteriori rispetto a quanto contenuto nelle prescrizioni di Via.
La bozza di accordo è stata al centro del tavolo della Trasparenza sulla dismissione dell'impianto, convocato questa mattina dalla vicepresidente della Regione, Irene Priolo, e introdotto dal saluto della sindaca Roberta Battaglia. Presenti, oltre ai vertici di Sogin, funzionari di Isin (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) e Arpae, insieme ai rappresentanti dei comuni della Bassa, di Legambiente e delle sigle sindacali.
L'incontro è stato anche l'occasione per fare il punto sulle attività di decommissioning che hanno fatto registrare un avanzamento del 10% nel 2022, raggiungendo complessivamente il 48% dall’avvio delle attività. Si è tenuto, inoltre, un aggiornamento del percorso di individuazione fuori regione del deposito nazionale delle scorie radioattive che, a seguito della proposta della Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) presentata da Sogin al Ministero dell’Ambiente, attende ora le manifestazioni di interesse da parte dei territori idonei. La vicepresidente, in chiusura, ha proposto alle sigle sindacali un incontro specifico di approfondimento con Sogin sul “Piano a vita intera”, per conoscere maggiori dettagli del programma industriale della società.
“I finanziamenti in arrivo costituiscono la possibilità di cogliere un'opportunità da ciò che il territorio ha vissuto come un problema. Questo consentirà al contempo di guardare al grande fiume con una visione strategica: abbiamo l'occasione di valorizzare il grande lavoro svolto nel territorio piacentino e confluito nel contratto di fiume della media valle del Po, dando reale concretezza ad alcune azioni condivise- ha commentato Priolo-. Attraverso un percorso partecipativo, che sarà svolto insieme all’Università di Firenze nell’ambito del progetto europeo Life Phoenix, verrà accesa l'attenzione sui progetti da attuare lungo l'intera asta del fiume nella provincia di Piacenza attraverso poi una progettazione e gara unitaria. Parallelamente un concorso internazionale di idee potrà chiamare invece architetti, urbanisti, ingegneri e professionisti a immaginare il futuro dell'area della centrale e la destinazione finale del sito, anche con proposte di rigenerazione urbana capaci di guardare al riutilizzo di alcuni degli edifici esistenti a cui dare nuova vita e nuove funzioni, alla luce delle indicazioni delle amministrazioni coinvolte a partire da Caorso”.
Lo stato della dismissione
È un salto in avanti del 10% quello registrato nel 2022 per le attività di decommissioning della centrale nucleare di Caorso. Un risultato che porta lo smantellamento al traguardo complessivo del 48% dall’inizio dei lavori, nel 1999. Un ulteriore avanzamento del 6% è previsto nel 2023. L’ultimo triennio, quindi, si caratterizzerà per un +16%: circa la metà di quanto ottenuta nei ventuno anni precedenti (38%).
In particolare, lo scorso anno si è terminato l’ammodernamento del deposito temporaneo Ersba-2 ed è stato autorizzato il rifacimento del deposito temporaneo Ersma. Oltre a importanti attività di trattamento dei rifiuti, tra cui l’incenerimento delle resine radioattive in Slovacchia, nel 2022 sono stati smantellati due motogeneratori Mg-set del sistema di ricircolazione del reattore.
Nei prossimi mesi sono previsti i collaudi del deposito temporaneo Ersba-2 e l’inizio dei lavori di adeguamento dei depositi temporanei. Si tratta di opere propedeutiche e all’avvio dello smantellamento di sistemi e componenti dell’edificio reattore, rispetto ai quali la Società ha già assegnato la gara per lo svolgimento dei lavori e completato la progettazione esecutiva.
Sogin ha inoltre evidenziato che l’organico operativo della centrale al 31 dicembre 2022 è di 84 risorse, in linea con quello dell’anno precedente e tutti gli aspetti di mantenimento in sicurezza dell’impianto sono presidiati per garantire la sicurezza della popolazione e la tutela dell’ambiente.
(Fonte: Regione Emilia-Romagna)