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Glifosate: primi dati su acque superficiali e potabili

I dati preliminari del monitoraggio su glifosate e AMPA nelle acque dell’Emilia-Romagna, nel periodo da giugno a dicembre 2018

Arpae ha iniziato il monitoraggio del glifosate e del suo metabolita AMPA (acido aminometilfosfonico) nelle acque superficiali dell’Emilia-Romagna a partire da giugno 2018, con l’utilizzo di strumentazione ad alta specializzazione acquisita a fine 2017 (con un finanziamento specifico della Regione Emilia-Romagna).
L’Agenzia, nel periodo da giugno a dicembre 2018, ha analizzato circa duecento campioni di acque superficiali(fluviale e lacustre) e, dal 1° ottobre, altri cento di acque potabili afferenti alla rete di distribuzione. La scelta dei punti di controllo è stata effettuata in base alla tipologia del corso d’acqua, alle pressioni ambientali (utilizzo in agricoltura, valutazione uso extra agricolo, portata idrologica, chiusure di bacino/sottobacino) e alla significatività delle stazioni rispetto alla rete da potabilizzare. Circa altre cento determinazioni sono state effettuate su punti della rete di controllo delle acque potabili.

Gli esiti dei controlli mostrano la presenza in particolare di AMPA nelle acque superficiali (vedi risultati acque superficiali).
I dati sono preliminari e va tenuto presente che, ai fini della classificazione dei corpi idrici, è necessario avere almeno un anno intero di monitoraggio. Nel 2019, sulle acque superficiali, il monitoraggio sarà condotto secondo programmi già condivisi con la Regione Emilia-Romagna che copriranno l’intero arco temporale annuale.

Sulle acque potabili non è stata riscontrata alcuna traccia di glifosate e del suo metabolita AMPA, a ulteriore riprova dell’efficacia dei processi di potabilizzazione (vedi risultati acque potabili).
L'impegno di Arpae continua non solo sul monitoraggio, ma anche nell´approfondimento delle conoscenze relative al profilo tossicologico del gliofosato e delle molecole ad esso correlate, in collaborazione con il Ministero della Salute italiano e altre Istituzioni europee e internazionali, nell´ottica di prevenzione dei rischi per la salute umana e dell'ambiente.

Cosa fa la Regione Emilia-Romagna
La Regione Emilia-Romagna promuove da tempo sistemi agricoli a ridotto impatto ambientale: l’agricoltura biologica e la produzione integrata. Nel 2018 attraverso il Piano di sviluppo rurale e l’Organizzazione Comune dei Mercati (OCM ortofrutta) la promozione dell’agricoltura biologica ha determinato un investimento di 29 milioni di Euro ed ha interessato 126.522 ettari; la promozione della produzione integrata ha richiesto investimenti per 27 milioni di Euro interessando una superficie di 109.780 ettari.
La produzione integrata prevede l’adozione volontaria di specifici disciplinari di produzione che contengono, in generale, norme tecniche più restrittive rispetto a quelle cogenti. Per quanto riguarda il glifosate si evidenzia che:

  • è vietato l’utilizzo del prodotto nelle tare aziendali e nei capofossi (usi ammessi al di fuori dei disciplinari);
  • per le colture arboree e la vite fino al 2018 il prodotto poteva essere utilizzato sul 50% della superficie (riduzione del 50% della dose di etichetta), dal 2019 è stato introdotto l’obbligo di localizzare l’intervento in bande lungo le fila su una superficie massima del 30% (riduzione del 70% della dose di etichetta);
  • per le colture estensive, industriali ed orticole fino al 2018 vi era il vincolo di utilizzare il prodotto ad una dose massima di 3 l/ettaro/anno (riduzione del 66% della dose di etichetta), dal 2019 è stato introdotto il vincolo di utilizzare il prodotto ad una dose massima di 2 l/ettaro/anno (riduzione dell’78% del quantitativo complessivamente distribuibile dall’azienda agricola). Nelle aree extra-agricole il glifosate è inoltre vietato nelle seguenti aree: parchi, giardini, campi sportivi e aree ricreative, cortili e aree verdi all’interno di plessi scolastici, aree gioco per bambini e aree adiacenti alle strutture sanitarie.


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