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Il 2021, un anno caratterizzato da persistente siccità

Complessivamente meno caldo rispetto alle ultime annate, con precipitazioni molto scarse e pochi eventi idro-meteo di rilievo

L’anno 2021, dal punto di vista meteoclimatico, è stato caratterizzato da persistente siccità e da una variabilità meno accentuata rispetto agli anni precedenti.
Nel suo complesso è stato meno caldo degli ultimi anni, con un indice di temperatura media annuale regionale pari a 13 °C ( il 17° anno più caldo dal 1961 ad oggi, insieme al 1997) ma le precipitazioni totali annue sono state molto scarse, con una media regionale pari a 659 mm, il quarto anno più secco dal 1961 dopo il 1988, il 1983 e il 2011.
Dai grafici sottostanti (figure 1 e 2) si può notare che dal punto di vista termico nel corso dell’anno si sono verificati alcuni eventi meteorologici di grande intensità.

Fig. 1 Temperatura media regionale giornaliera 2021, confrontata con i valori climatici (media, intervallo di variabilità e valori minimi e massimi assoluti) del trentennio 1991-2020. Clicca sul grafico per ingrandire

 Temperatura media regionale giornaliera 2021, confrontata con i valori climatici (media, intervallo di variabilità e valori minimi e massimi assoluti) del trentennio 1991-2020.

Fig. 2 Precipitazione media regionale cumulata giornaliera dall'1 gennaio 2021 confrontata con i valori climatici (media, intervallo di variabilità e valori minimi e massimi assoluti) del trentennio 1991-2020. Clicca sul grafico per ingrandire

Precipitazione media regionale cumulata giornaliera dal 01-01-2021 confrontata con i valori climatici (media, intervallo di variabilità e valori minimi e massimi assoluti) del trentennio 1991-2020

A febbraio le temperature hanno oscillato tra valori prossimi ai massimi mai osservati e valori particolarmente bassi per la stagione; il 26/02/2021 registrata la massima assoluta di 23,4 °C a Firenzuola sull’Appennino Tosco-Emiliano centrale. In questi giorni diverse stazioni hanno segnato il nuovo record termico massimo per il mese.
In primavera, come già avvenuto nel 2020, si sono verificate intense gelate tardive sia nell’ultima decade di marzo sia nella prima di aprile e la temperatura media giornaliera è stata inferiore al minimo valore osservato nell’ultimo trentennio. Tra i due periodi di gelo, si è osservato un repentino e intenso innalzamento delle temperature, che ha accelerato lo sviluppo fenologico delle piante, accrescendo così i danni conseguenti alle gelate tardive. Per il resto di aprile, le temperature si sono mantenute piuttosto basse, tanto che, a livello regionale, aprile 2021 è stato il più freddo dal 1991 e il 7° più freddo dal 1961.
L’estate è risultata mediamente calda, con un’ondata di calore particolarmente intensa a metà agosto, quando l’indice termico regionale ha superato i massimi valori osservati in passato in questi giorni.

Per quanto riguarda le precipitazioni, dopo un avvio d’anno abbastanza piovoso, a partire da metà febbraio le piogge sono state scarse e da maggio l’indice di precipitazioni cumulate regionali si è assestato sulla parte bassa della distribuzione climatica osservata, raggiungendo a metà settembre i valori più bassi mai registrati dal 1961. Da luglio a ottobre, le cumulate medie regionali (elaborate da inizio marzo) sono state le più basse mai registrate dal 1961. In pianura, gli impatti della siccità sull'agricoltura sono stati mitigati dalle buone condizioni di piovosità sull’arco alpino, sia in primavera sia in estate, che si sono tradotte in valori di portata del fiume Po prossimi alla normalità, permettendo di attingere dal fiume le risorse irrigue necessarie per le colture. La siccità ha invece avuto impatti particolarmente rilevanti sull’Appennino bolognese e in Romagna, aggravati da condizioni estive di ventosità particolarmente intensa da sud, che hanno aumentato il contributo evapotraspirativo delle piante. Queste condizioni sono state particolarmente favorevoli agli incendi boschivi: le attività di monitoraggio del sistema di Protezione Civile hanno permesso di limitarne l’estensione, nonostante il numero totale di eventi sia stato particolarmente alto. A settembre, condizioni di siccità particolarmente intensa, con impatto anche sulle risorse potabili, sono state anche osservate nella valle dell’Arda che, a differenza delle altre valli emiliane, ha ricevuto in questo mese precipitazioni particolarmente scarse. In generale la siccità ha causato una minore ricarica delle acque sotterranee, i cui livelli di falda avevano già avuto una significativa riduzione a seguito della siccità del 2017, solo in parte compensata nel corso degli ultimi anni.
Con l’autunno e in generale a partire da ottobre le precipitazioni hanno interessato gran parte della regione e le risorse idriche del territorio sono progressivamente tornate a condizioni più prossime alla normalità.

Pochi sono stati gli eventi idro-meteorologici di rilievo. Tra questi ricordiamo le intense precipitazioni che hanno colpito la regione tra il 21 e il 24 gennaio, che hanno causato diffusi allagamenti sul territorio delle province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Modena e Bologna; poi gli eventi dell’ultima decade di settembre, quando intensi temporali associati a scrosci, raffiche e grandine hanno interessato gran parte del territorio regionale. In particolare nel corso dei temporali tra il 19 e il 20 settembre, nella provincia di Modena, i sistemi temporaleschi hanno contribuito allo sviluppo di una “supercella” che, associata alla formazione di un tornado, ha causato gravi danni all’aeroclub di Carpi.

/rr