Impatto combustione biomassa legnosa sull'inquinamento atmosferico
L´uso di legna, cippato e pellet - genericamente denominati biomassa legnosa - nei settori della produzione di energia per scopi civili, ossia nei moderni sistemi di riscaldamento come caldaie, stufe, camini e altri apparecchi domestici, è aumentato negli ultimi anni, grazie sia a norme europee che nazionali, atte principalmente a promuovere l’uso di energia da fonti rinnovabili, sia per il vantaggio economico derivante dall’utilizzo di tali fonti, rispetto ad altri combustibili.
L´impatto dell´uso delle biomasse legnose per il riscaldamento domestico sull´emissione di polveri in atmosfera
Vista tale crescita risultava importante valutare l’impatto dell´uso di questi combustibili in termini di contributo all’inquinamento atmosferico. Le biomasse legnose, se non gestite correttamente all’interno del processo di combustione, nell’impianto e nelle emissioni, possono provocare l’immissione in atmosfera di polveri di diverso diametro, alcuni composti organici volatili e ossidi di azoto.
Ad oggi i principali composti e le specie chimiche rintracciabili nel materiale particolato e nelle particelle derivanti dalla combustione della legna, sono il carbonio elementare e organico, alcuni elementi come il potassio e il cloro e il levoglucosano - uno zucchero caratteristico della decomposizione termica della cellulosa.
I quantitativi di queste sostanze emessi in aria dipendono da diversi fattori fra cui:
il tipo di caldaia e le sue caratteristiche energetiche ed emissive,
la sua frequenza di manutenzione,
la tipologia di biomassa legnosa utilizzata.
Alcune risposte: il progetto Supersito
Per aiutare a comprendere il reale impatto in atmosfera delle diverse fonti di inquinamento, e quindi anche della legna e i suoi derivati, Arpae e la Regione Emilia-Romagna hanno realizzato il progetto Supersito, i cui primi risultati sono stati presentati nel 2016.
Fra i diversi obiettivi del progetto vi era anche lo studio della composizione chimica del PM2.5, al fine di valutarne l’origine, in diversi siti della regione: tre urbani (Bologna, Parma e Rimini) e uno rurale (San Pietro Capofiume, Molinella - Bo).
Attraverso le analisi del profilo chimico del PM2.5 misurato nelle stazioni sopra citate - ioni, specie del carbonio e metalli - il progetto Supersito è stato in grado di mettere in evidenza come la sorgente legata alla biomassa legnosa rappresenti, anche per la nostra regione, una fonte importante di particolato fine. Dai dati ottenuti la biomassa legnoa risulta essere la principale sorgente di PM2.5 in tutti i siti durante la stagione fredda, ed è presente anche durante il periodo estivo, pur mostrando ovviamente contributi inferiori.
L’apporto stimato alla massa del PM2.5 di tale fonte sembra variare da circa il 25% al 40% durante la stagione fredda e da circa il 10% al 20% durante la stagione calda. Probabilmente, in aggiunta al contributo della combustione della biomassa, anche la cottura di cibo in forni con grigliatura a legna o carbone, la combustione a cielo aperto di sfalci e potature agricole possono essere una fonte: il loro apporto in termini percentuali può essere non trascurabile, in particolare nella stagione calda.
La combustione della biomassa legnosa può quindi avere, come dimostrato dallo studio Supersito e da altre numerose ricerche internazionali, un impatto ambientale non trascurabile.
Il PAIR2020 e le regole per l´uso di biomasse legnose per il riscaldamento domestico
Il Piano Aria Integrato Regionale dell’Emilia-Romagna (PAIR 2020), approvato ed entrato in vigore nell’aprile 2017, mira a ridurre i livelli degli inquinanti sul territorio regionale e rientrare nei valori limite definiti dalla normativa (Direttiva 2008/50/CE e del D.Lgs. 155/2010) e tiene conto anche dell’impatto sull’inquinamento atmosferico dell’uso delle biomasse legnose regolamentandone l’utilizzo.
Nella stessa direzione va il Decreto Ministeriale del 7 novembre 2017 n.186: “Regolamento recante la disciplina dei requisiti, delle procedure e delle competenze per il rilascio di una certificazione dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solide”. Tale regolamento stabilisce i requisiti, le procedure e le competenze per il rilascio di una certificazione ambientale dei generatori di calore alimentati con legna da ardere, carbone di legna e biomasse combustibili. Individua, inoltre, le prestazioni emissive di riferimento per le diverse classi di qualità, i relativi metodi di prova e le verifiche da eseguire ai fini del rilascio della certificazione ambientale, nonché appositi adempimenti relativi alle indicazioni da fornire circa le corrette modalità di installazione e gestione dei generatori di calore che hanno ottenuto la certificazione ambientale.
Infografica "Regole per l´utilizzo di impianti a biomassa legnosa per il riscaldamento domestico"