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Inequivocabile l'effetto dell'attività umana sul cambiamento climatico

Lo ribadisce il I volume del VI rapporto di valutazione dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), pubblicato il 9 agosto 2021

Secondo il documento, dal titolo "The Physical Science Basis of Climate Change", le attività umane stanno cambiando il clima della Terra in maniera “inequivocabile” e “senza precedenti” in centinaia di migliaia di anni. Gli scienziati sostengono quindi che i cambiamenti climatici sono diffusi e si stanno intensificando.

L’effetto sinergico della combustione di fonti fossili di energia (carbone, petrolio e gas), di alcuni processi di produzione industriale e della distruzione e della degradazione di ecosistemi ricchi di carbonio come foreste e torbiere ha prodotto un aumento del 48% della concentrazione di anidride carbonica, metano, protossido di azoto e altri gas di origine industriale, responsabili dell’effetto serra, rispetto all’epoca preindustriale. La conseguenza, sostengono gli scienziati dell’IPCC, è l’incremento della temperatura media dell’atmosfera dal 1850 a oggi, di circa 1,1 °C.
Gli effetti climatici sono evidenti in ogni regione del pianeta: innalzamento del livello dei mari, scioglimento dei ghiacciai polari e alpini, riscaldamento e acidificazione degli oceani, riduzione della produzione agricola e maggiore frequenza, intensità ed estensione dei cosiddetti eventi meteorologici o climatici estremi, come ondate di caldo, siccità prolungate, piogge torrenziali, uragani e cicloni, alluvioni e mareggiate.

Il rapporto IPCC sostiene che, anche se le nazioni dovessero ridurre in maniera significativa l'attuale livello di emissioni di gas serra, siamo ancora nella condizione di evitare il peggio del cambiamento climatico, ma non di riportare il mondo ai modelli meteorologici più mitigati e temperati che l’umanità ha conosciuto in passato. E comunque, sostiene l’IPCC, nei prossimi 30 anni non sarà possibile fermare l'intensificazione del riscaldamento globale. La temperatura superficiale globale continuerà ad aumentare almeno fino al 2050. Gli effetti sull’ecosistema saranno “verosimilmente inevitabili” per secoli e millenni.
Ma, sostiene l'IPCC che è ancora possibile stabilizzare il clima a un riscaldamento inferiore a 1,5°C a patto di sospendere la costruzione di nuove centrali a carbone e l'esplorazione e lo sviluppo di nuovi combustibili fossili.

L’invito rivolto ai governi, gli investitori e le imprese è di impegnarsi seriamente in un futuro a basse emissioni di carbonio.
Il nuovo report dell'IPCC costituirà un input chiave per i negoziati intergovernativi alla 26a sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sui cambiamenti climatici (COP26), prevista a Glasgow, in Scozia, nel novembre 2021.

Il volume pubblicato il 9 agosto fa parte del Sesto rapporto di valutazione, che comprende, oltre al volume "The Physical Science Basis of Climate Change" redatto dal I Gruppo di Lavoro dell'IPCC, anche i volumi "Impacts, Adaptation and Vulnerability" (redatto dal Gruppo di Lavoro II, la cui pubblicazione è prevista per autunno 2021) e "Mitigation of Climate Change" (redatto dal Gruppo di Lavoro III, la cui pubblicazione è prevista nell'estate del 2021).

Fonte: Isprambiente.it

Approfondimenti

Sito ufficiale del sesto rapporto Climate Change 2021
IPPC focal point for Italy: Climate Change 2021