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Inverni più caldi, un’opportunità per ridurre i consumi e le emissioni

Come adeguare i parametri del riscaldamento degli edifici per contrastare la crisi energetica e climatica

Arpae ha recentemente pubblicato uno studio sulla riduzione dei fabbisogni energetici per il riscaldamento, in seguito alle mutate condizioni climatiche regionali, pubblicato sulla rivista Ecoscienza: L’Emilia-Romagna si scalda, spegniamo i termosifoni". L’articolo, frutto di una collaborazione tra l’Osservatorio clima e l’Osservatorio energia dell’Agenzia, è disponibile online e nella versione cartacea del n. 2/2022 della rivista Ecoscienza.

Il contributo prende in esame il Dpr 412/1993 e ne propone una revisione in base alle condizioni climatiche attuali. Il Decreto include infatti una suddivisione dei comuni italiani in sei fasce climatiche (da A a F), per ognuna delle quali si regolamenta il periodo dell’anno e le ore di esercizio giornaliero degli impianti di riscaldamento negli edifici pubblici e privati. L’unità di misura che definisce le fasce climatiche è il grado-giorno di riscaldamento, che esprime la differenza tra la temperatura standard di comfort da interni di 20 °C e la temperatura media giornaliera osservata (Arpae mette a disposizione iI valori giornalieri di gradi-giorno per ogni comune dell'Emilia-Romagna sul portale open data dell'Agenzia).

Dall’analisi emerge che le condizioni climatiche risalenti agli anni ‘80, su cui si basa la suddivisione in fasce climatiche del decreto, non corrispondono al quadro regionale attuale, caratterizzato da inverni più miti e dall'accorciamento della stagione fredda. Grazie alla banca dati meteorologica Erg5, prodotta dall’Osservatorio clima e disponibile sempre su open data, è stato possibile operare un confronto tra il popolamento delle fasce climatiche come da DPR 412/93 e quello risultante al clima recente (2001-2021): il progressivo riscaldamento del periodo invernale ha portato a una cospicua diminuzione dei comuni appartenenti alle fasce più fredde (E, F) e a un aumento di quelli nella fascia relativamente più calda (D). Classificazione secondo il DPR 412/93           Classificazione al clima attuale (2001-2021)
Se a un cambiamento così rilevante in termini climatici facesse seguito un aggiornamento legislativo, si otterrebbe un calo dei consumi energetici regionali con conseguenze positive in termini di adattamento ai cambiamenti climatici, riduzione delle emissioni di CO2, qualità dell’aria e contrasto all’attuale crisi energetica

Proprio a causa dell’urgenza di quest’ultimo punto, l’analisi ha riscosso grande interesse anche a livello mediatico: Gabriele Antolini (Osservatorio clima) è stato ospitato nella trasmissione “Tutta la città ne parla” del 29/08/2022 di Rai Radio 3, mentre su Repubblica, nell’edizione locale di Bologna dell'1 settembre 2022, sia cartacea sia online, è possibile leggere un’intervista ad Antonio Volta (Osservatorio clima). In entrambe le occasioni, al fine di applicare al più presto l’aggiornamento proposto, è emersa la necessità di estendere l’analisi a livello nazionale, necessità che però si scontra con la diversa possibilità delle regioni di disporre di una rete sufficientemente fitta e affidabile di dati meteorologici e che rende ancora più significativo il ruolo della nascente agenzia meteorologica nazionale ItaliaMeteo.

PER APPROFONDIRE
Leggi l'articolo: L’Emilia-Romagna si scalda, spegniamo i termosifoni" su Ecoscienza 2/2022.

(Foto di Etadly da Pixabay)