Lo stoccaggio del carbonio organico per ridare fertilità ai suoli
Il convegno dal titolo “Le nuove sfide dell’agricoltura: lo stoccaggio del carbonio nei suoli”, che si è tenuto il 30 maggio scorso presso la Regione Emilia-Romagna, per fare il punto sull'attuale situazione legata alla salute dei terreni agricoli in Italia e sul ruolo, sempre più importante, che hanno nel contenimento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Il carbonio organico, infatti, è una componente della materia organica del suolo costituita essenzialmente da residui vegetali e animali; questi vengono interessati da processi di decomposizione, fermentazione e trasformazione operati dagli organismi viventi presenti nel suolo.
Sono online i materiali del convegno in formato Pdf dal sito della Regione Emilia Romagna.
Immagazzinato in un determinato volume di suolo oltre a rappresentare un importante indice di qualità, ne esprime anche la capacità di sequestrare CO2 dall’atmosfera. Fanno parte dei residui vegetali e animali gli ammendamenti organici quali il letame, il compost e i liquami animali, per la loro ricchezza in materia organica, la cui frazione stabile contribuisce a costituire l’humus, che a sua volta migliora le caratteristiche del suolo.
L’evento organizzato in collaborazione tra l’Accademia Nazionale di Agricoltura e l’Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna, ha visto la partecipazione di numerosi studiosi e addetti ai lavori del settore. Alla giornata ha partecipato anche l'osservatorio clima di Arpae, con una presentazione presentazione sul progetto Europeo "GECO2" che si concentra proprio sullo sviluppo di mercati volontari di carbonio nelle filiere agroalimentari.
I relatori presenti hanno posto l’attenzione sul fenomeno, nato a partire dagli anni settanta del novecento, che ha visto in tutta Europa l’inizio di un lento declino della qualità del suolo agricolo dato dall’introduzione della modalità di “fertilizzazione artificiale del suolo” con concimi chimici a scapito della frazione organica, portando a un degrado della stabilità di struttura del suolo. Quello che si può osservare oggi è un calo consistente del contenuto in carbonio organico e la facile dispersione dei principali elementi nutritivi per le piante.
Nel corso della giornata è emerso anche che in certi sono stati utilizzati strumenti che sono inutili o nocivi al solo scopo speculativo con l’immissione al suolo di materiali che per il fatto di contenere carbonio vengono camuffati come ammendanti e fertilizzanti. È il caso del “biochar”, alla lettera “carbone biologico” ma anche il frequente ricorso ai fanghi di depurazione come fertilizzanti in agricoltura, causa la possibile presenza di composti organici nocivi quali inquinanti Organici Persistenti (POPs), interferenti Endocrini, sostanze farmaceutiche, droghe d'abuso, metalli pesanti.
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