Nel Golfo Persico un parco subacqueo esemplare
Nel Golfo Persico lo Stato del Bahrein inaugurerà entro l’estate il parco subacqueo più grande del mondo: esteso 10 ettari con attrazione principale costituita dal relitto di un Boeing 747, appositamente affondato e posizionato sul fondo. Lo sviluppo di questo parco è reso possibile da una partnership tra il Consiglio supremo per l’ambiente dello Stato del Bahrein, il Bahrain Tourism and Exhibitions Authority e alcuni privati, con lo scopo di «incrementare il turismo ecologico del regno ed offrire anche ai ricercatori informazioni e dati sull’ecologia marina e sulla biologia locale».
Nel mondo esistono già altri esempi di parchi subacquei; alcuni di questi riguardano anche i sistemi energetici. Ad esempio nel golfo del Messico le piattaforme petrolifere offshore dismesse, da diversi anni vengono affondate per creare parchi subacquei, oasi di ripopolamento biologico e sviluppo turistico. E’ ormai dimostrato che queste infrastrutture artificiali, sommerse al termine del loro ciclo di vita, possono sviluppare neoecosistemi marini di grande valore sia naturalistico che turistico.
Questo argomento è d’attualità anche per il Mare Adriatico, alla luce delle “Linee guida per la dismissione mineraria delle piattaforme per la coltivazione di idrocarburi in mare e delle infrastrutture connesse”, predisposte dal Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. In questo documento ministeriale in corso d’approvazione è rilevante il tema del riutilizzo delle piattaforme off-shore in dismissione.
Al largo della costa dell’Emilia-Romagna attualmente sono attive oltre 80 piattaforme estrattive di gas naturale, o strutture off-shore di supporto, ed è previsto che diverse di esse debbano essere dismesse entro i prossimi 10 anni. Per questo è esemplare il Relitto della Piattaforma metanifera “Paguro”, affondata nel 1967, 17 miglia al largo di Ravenna. In pochi anni il relitto del Paguro si è trasformato in una meta di numerosi subacquei curiosi ed in un’oasi marina protetta; nel 1995 attorno al “Paguro” fu istituita una zona di tutela biologica nazionale. Per il grandissimo valore biologico questo ambito nel 2010 diventò anche il primo SIC Sito di Importanza Comunitaria marino regionale, all’interno della Rete Natura 2000.
In quest’ottica ARPAE, con la propria struttura oceanografica Daphne per il monitoraggio dell’ambiente marino, supporta il Comune di Ravenna nel progetto europeo "AdriReef: scogliere e piattaforme come sedi di ricerca e di turismo sottomarino" nell’ambito del programma Interreg Italia-Croazia.