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Nuove infrastrutture europee del gas: sono davvero indispensabili?

Uno studio commissionato dalla European Climate Foundation mette in discussione la nuova lista di progetti europei di interesse comune.

Il Parlamento europeo presto voterà la nuova lista di Progetti di Interesse Comune, ma un nuovo studio di Artelys, commissionato dalla Fondazione Europea per il Clima critica lo spazio economico (29 miliardi di euro) dedicato alle infrastrutture per il gas naturale.

Secondo questo recente studio, pubblicato oggi, l’Unione europea non avrebbe bisogno di nuove infrastrutture del gas per salvaguardare la sicurezza energetica e molti dei nuovi progetti in programma potrebbero costituire un inutile spreco di soldi. Il nuovo documento analizza il quarto elenco UE di Progetti di Interesse Comune (Projects of Common Interest – PCI), che a breve approderà all’Europarlamento. Si tratta di una lista annuale delle installazioni energetiche ritenute essenziali per l’Unione Energetica Europea a cui spetta un percorso burocratico e finanziario facilitato.

Quest’ultimo elenco di progetti, già oggetto di una riduzione interna dei progetti legati al gas  (passati da 53 di due anni fa ad appena 32 odierni) potrebbe contenere progetti costosi e non necessari.

Le nuove infrastrutture del gas nella lista PCI avrebbero un costo cumulato di 29 miliardi di euro e aggiungerebbero una capacità di 338 GW al sistema  energetico UE, che nel comparto del gas si sta già avvicinando a 2000 GW di capacità fra gasdotti e terminali GNL: per gli esperti, considerando anche gli obiettivi climatici che l’UE si è data per il 2030, si tratta di un impegno economico inutile. Secondo lo studio “L’attuale infrastruttura del gas nell’Unione Europea è sufficientemente in grado di soddisfare una varietà di scenari di domanda futuri nell’UE-28, anche nell’eventualità di casi estremi di interruzione dell’offerta”. Gli autori ritengono, infatti, che eventuali stop nell’approvvigionamento dalla Russia o dall’Algeria sarebbero compensati dalle importazioni da altre fonti, principalmente attraverso terminali GNL esistenti nella parte occidentale dell’Europa.

“Ciò suggerisce che la maggior parte dei 32 progetti di infrastrutture del gas nel quarto elenco PCI non sono necessari dal punto di vista della sicurezza dell’approvvigionamento e rappresentano un potenziale investimento eccessivo di decine di miliardi di euro, supportato da fondi pubblici europei”.

La Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia di Strasburgo dovrebbe votare l’elenco questa settimana. Attualmente però gli deputati europei non hanno il potere di modificare la lista ma solo di approvarla o respingerla in blocco.

Pascal Canfin, che presiede la potente Commissione per l'ambiente del Parlamento Europeo, ha invitato la Commissione a riesaminare l'elenco. "Se seguiamo le cifre fornite dalla relazione Artelys, ciò significherebbe che per ogni euro assegnato al Fondo di transizione, la Commissione sarebbe pronta a dare 4 euro al finanziamento di progetti di gas", ha osservato, suggerendo che la Commissione dovrebbe rivedere le sue priorità, anche alla luce del nuovo Green Deal proposto.