Strumenti utente

Progetto Combi, conoscere e monitorare la biodiversità in regione

Qual è lo stato di salute della biodiversità in Emilia-Romagna? Un check up per monitorare flora e fauna del territorio regionale

Partirà a settembre il progetto Combi, conoscere e monitorare la biodiversità in Emilia-Romagna, iniziativa promossa dalla Regione e realizzata in collaborazione con Ispra, Università di Bologna, Ferrara, Parma e dell’Insubria, oltre al Museo civico di storia naturale del Comune di Ferrara

Un check up per valutare lo stato di salute della biodiversità in regione: flora, fauna, ambienti naturali, la cui varietà è sempre più messa a rischio dai cambiamenti climatici, dell’inquinamento e più in generale dall’azione umana. Con un obiettivo: arrivare alla stesura di un nuovo rapporto sullo stato della biodiversità in Emilia-Romagna che aggiornerà e implementerà una precedente analisi realizzata tra il 2010 e il 2014.
A settembre una squadra di una ventina tra biologi e naturalisti attrezzati di binocoli, cannocchiali, macchine fotografiche, localizzatori Gps, bat detector (uno speciale strumento per individuare i pipistrelli), scandaglieranno tutto il territorio regionale, con una particolare attenzione per il sistema delle aree protette e per la rete dei Siti Natura 2000.
L’indagine prenderà in esame le specie animali e vegetali d'interesse conservazionistico - e dunque tutelate a livello europeo, nazionale e regionale - presenti in Emilia-Romagna: flora, invertebrati, pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi per un totale di 652 specie tra le oltre 3.000 esistenti nei diversi abitat: zone umide, ambienti costieri, montani e collinari.
Come ha sottolineato l’assessora regionale ai Parchi, forestazione e montagna Barbara Lori, la ricchezza di piante, animali, ambienti naturali, in una parola la biodiversità, è sempre più in pericolo in tutto il mondo. Occorre intervenire non solo per salvaguardare un patrimonio d'inestimabile valore naturalistico, ma anche perché proprio la biodiversità è alla base di moltissime attività umane, a partire dall’agricoltura e dalla produzione di cibo. In Emilia-Romagna non si parte da zero, grazie a un sistema di aree protette che già oggi vale il 16% della superficie regionale. E con questo progetto la Regione punta ad aggiornare il quadro conoscitivo, condizione indispensabile per poi rafforzare e rendere più mirata l’ azione di tutela.
Il progetto è finanziato dal Programma regionale di sviluppo rurale, a cui si aggiunge la compartecipazione della Regione e degli altri Enti coinvolti che, in particolare, mettono a disposizione il proprio personale e il loro know-how.
La conclusione è prevista a giugno 2024 con un convegno e la divulgazione dei risultati.

Come si svolgerà l’indagine

Sono previsti quasi due anni di lavoro per aggiornare i dati sulla consistenza e la distribuzione delle specie oggetto dell’indagine. E per monitorare le principali pressioni e minacce, tra le quali anche la presenza di specie non autoctone, in particolare quelle esotiche invasive, che sempre più spesso possono mettere a rischio quelle locali.
L’indagine sarà realizzata attraverso campagne di rilevamento sul campo, ma partirà da un’analisi delle conoscenze pregresse, realizzata sulla base delle banche dati regionali esistenti e delle informazioni già in possesso delle istituzioni scientifiche partner del progetto. Il progetto punta a gettare le basi di un Piano di monitoraggio a lungo termine, in grado di dialogare con quello previsto a livello nazionale.

Fonte: Comunicato della Regione Emilia-Romagna

Approfondimenti

Sito Arpae sulla Biodiversità