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Siccità estrema anche in Emilia-Romagna

Ricadute negative in primis su agricoltura, ma impatti anche su incendi, energia idroelettrica, habitat e risorsa potabile

Un 2022 contraddistinto da siccità, con precipitazioni praticamente assenti anche in Emilia-Romagna. Il deficit di precipitazione in regione è superiore ai 100 millimetri (pari a -92%) solo negli ultimi trenta giorni. Da inizio anno, nel comprensorio padano, sono oltre 100 i giorni senza pioggia e i valori cumulati medi regionali mostrano un’anomalia negativa pari a -154mm, circa il 33% in meno rispetto alle attese climatiche 1991-2020. Vedi grafico delle precipitazioni annuali dal 1962 al 2022

Situazione preoccupante anche per i corsi d’acqua in regione e per il fiume Po: le portate dei fiumi nella parte occidentale della regione sono già al di sotto dei minimi storici, mentre nella parte orientale sono prossimi a tali valori. L’area maggiormente in sofferenza nel bacino del Po, con siccità definita estrema e che si sta propagando verso valle, è sicuramente quella Piemontese, con impatti negativi sul manto nevoso, sulla disponibilità idrica nei serbatoi e sul livello idrometrico nei principali corsi d’acqua; il trend idrometrico negativo si palesa anche nel fiume Po in tutte le sezioni da Piacenza a Pontelagoscuro (Fe).

Anche il bilancio idroclimatico dei suoli evidenzia la situazione di estrema gravità in atto, più marcata nelle aree nord-orientali della regione, in un periodo nel quale climaticamente ci si aspetterebbe la ricarica delle riserve nel terreno e nelle falde ipodermiche. In Emilia-Romagna la zona di maggior sofferenza considerando l’assenza di precipitazioni, l’andamento delle temperature (quindi dell’evapotraspirazione) e l’umidità dei suoli è rappresentata dalle pianure di Ferrara, Bologna e Modena. Vedi mappe del bilancio idroclimatico e quella del contenuto idrico dei suoli

La nota dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po del 29 marzo 2022 evidenzia che, viste le criticità del territorio piacentino e della Val d’Arda, la Regione Emilia-Romagna ha comunicato l’imminente accordo interregionale per il rilascio dall’invaso ligure del Brugneto, oggi a quota 82% di riempimento; quota assolutamente differente per gli invasi emiliano-romagnoli Molato (20%) e Mignano (40%), meglio invece la diga di Ridracoli (73%). 
L’incontro strategico all’Autorità del Fiume Po tra Regioni e portatori di interesse si è tenuto il 29 marzo e ha sancito l’imperativo di tenere alta la guardia perché le precipitazioni previste potrebbero non essere in grado di compensare anche solo una parte del deficit idrico in un periodo epocale di siccità che ha impoverito falde sotterranee e riserve. E proprio in questi giorni si sommerà il grosso delle richieste per le semine (fonte nota dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po del 29 marzo 2022).
La siccità ha ricadute negative che riguardano vari importanti ambiti:

  • agricoltura
    La siccità influenza negativamente produttività e domanda irrigua del settore agricolo. L’aumento di rischio di siccità comporta un incremento della domanda irrigua per garantire la produttività agricola creando competitività con altri settori, e rischiando di non avere acqua sufficiente in caso di risorse non disponibili, che potrebbero compromettere la produzione. Inoltre, l’aumento dei fenomeni siccitosi, ha impatti negativi sulla forte vocazione agricola del territorio e, in particolare, sulle colture più idroesigenti, come le frutticole nell’area romagnola, il pomodoro nel piacentino, i prati stabili per la filiera del Parmigiano Reggiano tra Modena e Reggio Emilia e il mais, diffuso in tutta la pianura Padana
  • incendi
    L'aridità dei suoli favorisce l’incremento del numero degli incendi e un’eventuale ventilazione potrebbe ulteriormente esporre il territorio a rischi causati da questo fenomeno. L’Emilia-Romagna è stata colpita, per esempio, nell’ultima settimana da incendi registrati in tutto il territorio appenninico, con vari interventi dei Vigili del fuoco. Vedi notizia "Incendi boschivi, scatta lo stato di grave pericolosità"
  • energia idroelettrica
    La scarsa risorsa idrica presente negli invasi ha fatto diminuire anche la produzione idroelettrica, aspetto importante in questa fase geopolitica in cui l’indipendenza energetica è uno degli aspetti più rilevanti. Gli enti preposti stanno collaborando per cercare di gestire insieme al meglio la crisi, tenendo conto delle esigenze dei vari stakeholder legati al mondo dell’acqua
  • cuneo salino
    La risalita del cuneo salino nei rami del delta del Po è un fenomeno in aumento; se la portata fluviale diminuisce, il fiume non ha più la forza di contrastare l’acqua salata marina che entra e si spinge avanti nell’alveo del fiume, minando tutte le prese irrigue e l’agricoltura nell’area del delta. Il cuneo salino trent’anni fa arrivava a circa 10 km dalla foce, mentre ora nei momenti più siccitosi si spinge anche fino a 30 km a monte della foce
  • risorsa potabile
    Attualmente le prese idropotabili da acque superficiali e da quelle sotterranee non sono ancora in difficoltà, l’uso idropotabile può risentire degli effetti di siccità prolungata e, in momenti di crisi, possono subentrare restrizioni
  • altre ricadute ambientali
    La siccità provoca sofferenza agli habitat e agli organismi viventi che dall’acqua dipendono. Spesso le Regioni sono forzate a prendere decisioni di deroga al rispetto del deflusso ecologico nei fiumi, ai fini di soddisfare in modo più equo possibile tutti gli usi della risorsa.

Arpae prosegue e intensifica la sua attività di monitoraggio per fornire il supporto agli Enti preposti alla gestione della risorsa idrica.

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