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Tipi di impollinazione

Il trasporto del polline può avvenire per mezzo di tre fondamentali vettori:

  • vento: in questo caso si parla di impollinazione anemogama o anemofila
  • acqua: in questo caso si parla di impollinazione idrogama
  • animali: in questo caso si parla di impollinazione zoogama


IMPOLLINAZIONE ANEMOGAMA 
L'impollinazione anemogama è la più semplice e più primitiva forma di trasporto del polline. I fiori a impollinazione anemofila sono normalmente piccoli e spesso appartenenti alle piante filogeneticamente meno evolute (es. gimnosperme).
Poiché il vento non garantisce che il polline arrivi sempre a destinazione, le specie anemofile affidano il successo dell'impollinazione a una elevata produzione di polline. Per rispondere a questa esigenza le piante anemofile sviluppano in molti casi un evidente dimorfismo sessuale, con organi maschili adatti a produrre una grande quantità di granuli pollinici e con quelli femminili conformati in modo da catturarli con facilità.
I granuli pollinici delle specie anemofile sono leggeri, di ridotte dimensioni (e quindi spesso allergenici) e talvolta dotati di dispositivi che ne favoriscono la sospensione nell'aria (ad esempio sacche aerifere nei pollini delle conifere).
Inoltre per migliorare l'efficenza della distribuzione del polline le specie anemofile hanno sviluppato diversi adattamenti:

  • i fiori mancano di tutte quelle parti che servono da richiamo per gli animali pronubi (petali colorati, produzione di nettare, ecc...)
  • molto spesso le piante fioriscono prima dello spuntare delle foglie, in modo da eliminare tutti gli ostacoli alla diffusione del polline

In base all'adattamento degli organi fiorali e alle modalità di dispersione del polline nell'aria, le piante anemofile sono state da Delpino distinte in sei gruppi:

  1. piante senza stimmi, in cui il polline è trattenuto da una superficie vischiosa dei tegumenti ovulari (gimnosperme)
  2. piante con infiorescenze pendule (Cupuliferae)
  3. piante con fiori penduli (Rumex spp.)
  4. piante con antere sporgenti e pendule (Gramineae)
  5. piante in grado di proiettare a distanza il polline (Urticaceae)
  6. piante con elevato numero di fiori favorevolmente disposti (Palmae, Typhaceae).

Occorre aggiungere che alcune specie presentano sistemi di impollinazione mista disponendo di strutture idonee alla visita degli insetti e alla dispersione in atmosfera. L'erica e il ciclamino, ad esempio, si comportano come entomofile nel periodo iniziale della fioritura e come anemofile nel periodo successivo.

Le piante che utilizzano questo tipo di impollinazione sono normalmente quelle che producono i pollini di maggior interesse allergologico.

IMPOLLINAZIONE IDROGAMA
Sono poche le piante che utilizzano il mezzo acquoso per l'impollinazione. Caratteristico, a questo riguardo, è il comportamento di Vallisneria spiralis, una specie dioica comune nelle acque a decorso lento. In essa i fiori maschili si sviluppano all'interno di una spata che si apre solo alla loro maturità. I fiori si staccano dalla spata, si portano sul pelo dell'acqua e, come navicelle, galleggiano con le antere volte verso l'alto spostandosi con la corrente fino a giungere a contatto con i fiori femminili, che rimangono invece sempre attaccati alla pianta.
Si precisa, tuttavia, che un certo tipo di piante acquatiche che formano i loro fiori sul pelo dell'acqua, come per esempio le ninfee, non sono idrogame ma entomogame.

IMPOLLINAZIONE ZOOGAMA
Nelle piante zoofile il trasporto del polline viene affidato agli animali, detti pronubi o impollinatori, e rappresenta quindi un tipo di impollinazione estremamente varia in considerazione del gran numero di animali diversi che possono compierla. In particolare si parla di:

  • entomofilia, se il trasporto del polline viene effettuato dagli insetti
  • ornitofilia, se il trasporto del polline viene effettuato dagli uccelli
  • chirotterofilia, se il trasporto del polline viene effettuato da piccoli mammiferi (es. i pipistrelli)
  • malacofilia, se il trasporto del polline viene effettuato da molluschi.


I fiori delle piante zoogame sono spesso vivacemente colorati, riuniti in infiorescenze vistose, emanano profumi e dispongono di adattamenti che facilitano il contatto degli animali con gli organi riproduttivi. Molti sono dotati di nettari, tessuti o organi specializzati che producono nettare, un secreto con elevato contenuto di zuccheri, utilizzato dalle api per la produzione del miele. I nettari hanno forme e disposizioni molto differenziate e possono essere associati con le diverse strutture fiorali per favorire il contatto di uno specifico animale con gli organi riproduttivi. La corolla ha spesso una conformazione idonea all' "atterraggio" e all'appoggio degli insetti (molto caratteristico a questo proposito il comportamento di Salvia pratensis). In alcuni casi, gli insetti vengono provvisoriamente rinchiusi in speciali trappole fiorali, che si aprono solo a fecondazione avvenuta (Arum, Aristolochia), o ancora fatte in maniera che l'insetto possa uscire solo dopo aver percorso un itinerario obbligato che assicuri l'impollinazione del fiore (Cipripedio). Altre volte, il richiamo è costituito esclusivamente da odori simili a quelli emessi dalle femmine degli insetti pronubi e i fiori presentano delle macchie simili alle femmine (Ophrys). Forme, colori, odori e tipo di nettare sono svariatissimi e un esame attento degli animali pronubi consente sempre di riconoscere uno stretto legame tra la costituzione del fiore e quella dell'insetto. È evidente che il periodo di apertura dei fiori deve naturalmente coincidere con quello della massima diffusione degli insetti pronubi. Ciò vale sia per quanto riguarda le aperture stagionali dei fiori, sia per l'ora del giorno, o della notte, della loro antesi.
Nei fiori impollinati dalle farfalle il nettario è posto alla base di una lunga corolla tubulare accessibile solo alle lunghe spiritrombe di questi lepidotteri.
I fiori impollinati dagli uccelli hanno solitamente una colorazione molto vistosa (gialla o rossa) con un'abbondante produzione di nettare (si ricordano il banano, il cactus, la passiflora, l'ibisco, la fucsia).
I pipistrelli che visitano i fiori hanno capo aguzzo e lingua estensibile; si nutrono di nettare, polline e di alcune parti dei fiori. Date le abitudini notturne di questi mammiferi, i fiori visitati si aprono solo durante la notte ed emanano forti odori di frutta matura o in fermentazione (tra le piante impollinate dai chirotteri sono da ricordare alcuni cactus).