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Pamper

Pamper,  “Use and implementation of full-chain exposure software to develop pharmacokinetics modeling of PFAS and highlight toxicological behavior and risk for human health” è un progetto finanziato da Coris-Regione Veneto (Consorzio per la ricerca sanitaria), che  affronta la complessa materia dei composti perfluorati per incrementare la conoscenza sulla loro reale pericolosità. I Pfas (la sigla indica sostanze perfluoro alchiliche) sono una famiglia di composti chimici utilizzata prevalentemente per le loro caratteristiche oleo e idrorepellenti, per l’impermeabilizzazione di abbigliamento, pelli, tappeti, carta e rivestimenti di contenitori per alimenti. Sono usate inoltre nelle schiume antincendio, nei detergenti per la casa e nelle pitture e vernici. La conseguenza della loro estensiva produzione e utilizzo è che i Pfas sono stati rilevati in concentrazioni significative in campioni ambientali e in organismi viventi, incluso gli esseri umani.

Il progetto Pamper è stato selezionato da una commissione di esperti internazionali per il carattere di  innovatività e di fattibilità della proposta e per la qualificazione del team operativo. Ha una durata biennale e mette in campo gli approcci più innovativi, in una strategia integrata alla valutazione del rischio volta a comprendere il profilo tossicologico dei Pfas, il modo e meccanismo d’azione, la distribuzione nell’organismo umano e gli organi bersaglio,  la correlazione fra le concentrazioni rilevate in ambiente e quelle identificate negli studi di biomonitoraggio umano, le concentrazioni effettive a cui potrebbe realizzarsi un effetto avverso e la dose soglia al di sotto della quale non sono riscontrabili rischi per la salute umana.

Il progetto è anche un esempio di integrazione di competenze e conoscenze. Prima fra tutte, la cooperazione tra Arpae Emilia-Romagna e Arpa Veneto nel “fare sistema” e nell’affrontare un problema di contaminazione reale, declinando le misure ambientali in una lettura più ampia di quantificazione dell’esposizione e la collaborazione con London School of Hygiene and Tropical Medicine e con il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, dell’Università di Modena e Reggio Emilia.