Qualità ambientale acque marine in Emilia-Romagna. Rapporto annuale 2010
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I rapporti annuali della Struttura Oceanografica Daphne, redatti dal 1981, hanno da sempre fatto riferimento ai dati raccolti in occasione delle attività di monitoraggio, ricerca e studio dei processi di eutrofizzazione. La disamina dei parametri indicatori di tale stato, le loro tendenze nel tempo e nello spazio, gli impatti ambientali ad essi collegati rappresentano i principali focus da noi presi in considerazione. Tra tutti si ricordano le anomale colorazioni delle acque, gli stati di sottosaturazione di ossigeno disciolto nelle acque di fondo, le morie di organismi bentonici. Ampi riferimenti sono stati nel tempo rivolti agli affioramenti di aggregati mucillaginosi negli anni in cui tale fenomeno si è manifestato. Una visione quindi molto settoriale, specialistica che ha nel tempo impresso alla nostra Struttura una forte caratterizzazione verso quei settori connessi ai fenomeni di eutrofizzazione e ai rapporti causa-effetto delle sostanze scatenanti.
Dal 2009 il rapporto annuale ha cambiato contenuto, si è voluto ampliare la nostra rappresentazione ad altre tematiche, sempre connesse allo stato ambientale della fascia di mare della nostra Regione, soprattutto in risposta alle recenti normative emanate. Con il rapporto annuale 2010 si è cercato di migliorare ulteriormente, mantenendo una distinzione tra lo stato trofico e lo stato di qualità ambientale. Il primo, richiesto in particolare dalla normativa regionale essendo i fenomeni eutrofici i problemi principali del sistema marino costiero regionale e alla cui conoscenza e controllo la Struttura Daphne concentra maggiormente le proprie attenzioni. Il secondo tratta i livelli di inquinamento delle matrici acqua, sedimenti e biota con l’intento di definirne lo Stato di Qualità Ambientale attraverso una analisi integrata degli elementi biologici, idromorfologici, fisico-chimici e dei principali inquinanti. Una visione quindi che tende ad avvicinarsi ad un approccio conoscitivo sempre più ecosistemico. Il tutto anche in ottemperanza a normative di recente emanazione che nei settori inerenti le acque marine pongono nuovi criteri di valutazione dello stato ecologico con l’obiettivo, non secondario, di avviare fasi di recupero e di mitigazione di situazioni compromesse dalle pressioni antropiche.
Allo scopo di conservarne la memoria, vengono altresì rappresentati e descritti in sintesi quegli eventi che potremmo definire in maniera generica come “anomalie ambientali”. Nel 2010 si sono distinti a tal riguardo: una diffusa moria di alacce o aringa mediterranea (Sardinella aurita) e una abnorme proliferazione di macroalghe appartenenti al genere Enteromorpha multiramosa. Senza scendere in dettagli, in quanto ampiamente descritti nei paragrafi di riferimento, è da evidenziare che tali eventi hanno in genere un forte impatto sui media, sull’opinione pubblica e sui portatori di interesse coinvolti nelle attività turisticobalneari. È importante in questi casi dare risposte sul fenomeno in atto, spiegarne le cause. La mancanza di un rapporto diretto e trasparente porta in questi casi a una esasperante impennata di ipotesi e scenari inutilmente allarmistici e non coerenti con la realtà.
Complessivamente le uscite giornaliere del Battello Oceanografico “Daphne II” nel 2010 sono state 122. Tutto questo vuole essere il significato di questo rapporto, un nuovo approccio verso una visione più ecosistemica dello stato di qualità ecologica dell’Adriatico nord-occidentale.