Qualità ambientale acque marine in Emilia-Romagna. Rapporto annuale 2011
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La Struttura Oceanografica Daphne ritiene utile documentare quanto emerso dalle attività di studio e monitoraggio effettuato in una parte significativa dell’Adriatico nord-occidentale. Ecco quindi che ripropone anche per il 2011 il presente Rapporto. La disamina dei parametri indicatori di stato ambientale, le loro tendenze nel tempo e nello spazio, gli impatti ambientali ad essi collegati rappresentano i principali focus presi in considerazione. Tra tutti si ricordano le anomale colorazioni delle acque, gli stati di sottosaturazione di ossigeno disciolto nelle acque di fondo, le morie di organismi bentonici. Una visione quindi molto settoriale, specialistica che ha nel tempo impresso alla nostra Struttura una forte caratterizzazione verso quei settori connessi ai fenomeni di eutrofizzazione e ai rapporti causa-effetto degli elementi scatenanti.
Da 2 anni il rapporto annuale si è evoluto con altri contenuti, connessi allo stato ambientale della fascia di mare della nostra Regione, soprattutto in risposta alle normative emanate.
In particolare alla normativa regionale essendo i fenomeni eutrofici il problema principale del sistema marino costiero regionale, alla cui conoscenza e controllo la Struttura Daphne concentra maggiormente le proprie attenzioni e alla normativa nazionale sui livelli di inquinamento delle matrici acqua, sedimenti e biota con l’intento di definirne lo Stato di Qualità Ambientale attraverso una analisi integrata degli elementi biologici, idromorfologici e fisico-chimici. Una visione quindi che tende ad avvicinarsi ad un approccio conoscitivo sempre più ecosistemico. Il tutto anche in ottemperanza a nuove normative emanate nei settori inerenti le acque marine che pongono nuovi criteri di valutazione dello stato ecologico con l’obiettivo, non secondario, di avviare fasi di recupero e di mitigazione di situazioni compromesse dalle pressioni antropiche.
Allo scopo di conservarne la memoria, vengono altresì rappresentati e descritti in sintesi quegli eventi che potremmo definire in maniera generica come “anomalie ambientali”. Nel 2011 si sono distinti a tal riguardo: spiaggiamento per basse temperature delle acque di tartarughe Caretta caretta e una proliferazione di macroalghe verdi appartenenti alla specie Enteromorpha multiramosa e di macroalghe rosse, sferiche della specie Aglaothamnion tenuissimum. Presenza a giugno–luglio di banchi di meduse della specie Aurelia aurita, specie non urticante ad ampia diffusione. Nella seconda metà di agosto si sono verificate sciamature della cubomedusa urticante Carybdea marsupialis.
Ma il fenomeno più eclatante si è manifestato tra la fine di settembre e la prima decade di ottobre, con la formazione di una cospicua quantità di materiale schiumoso in superficie composto da sostanze organiche generate da microalghe (Diatomee).
Senza scendere in dettagli, in quanto ampiamente descritti nei paragrafi di riferimento, è da evidenziare che tali eventi hanno in genere un forte impatto sui media, sull’opinione pubblica e sui portatori di interesse coinvolti nelle attività turistico-balneari. È importante in questi casi dare risposte sul fenomeno in atto, spiegarne le cause. La mancanza di un rapporto diretto e trasparente porta in questi casi a una esasperante impennata di ipotesi e scenari inutilmente allarmistici.
Complessivamente le uscite giornaliere del Battello Oceanografico “Daphne II” nel 2011 sono state 131.