Report sullo stato delle acque marino costiere triennio 2014-2016
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I processi di eutrofizzazione che da diversi anni affliggono la fascia costiera dell’Emilia-Romagna provocano impatti negativi oltre che sugli equilibri ambientali dell’ecosistema bentico anche su due importanti settori dell’economia regionale e nazionale quali turismo e pesca e rappresentano il problema principale dell’alterazione dello stato ambientale.
Le zone prospicienti al delta del Po e la costa emiliano romagnola, essendo investite direttamente dagli apporti del bacino idrografico padano nonché dagli apporti dei bacini costieri, sono maggiormente interessate da fenomeni di eutrofizzazione. L’influenza e l’effetto dell’apporto veicolato dal fiume Po, si evidenziano considerando anche il valore di salinità che si abbassa notevolmente lungo la fascia costiera rispetto al mare aperto; inoltre la grande massa di acqua dolce immessa dal fiume Po (1.500 m3/sec come media annuale nel lungo periodo), rappresenta il motore e l’elemento caratterizzante del bacino dell’Adriatico nord-occidentale, in grado di determinare e condizionare gran parte dei processi trofici e distrofici nell’ecosistema costiero.
Le attività di monitoraggio attuate dal 1980 hanno consentito di delineare la distribuzione lungo la costa degli elementi eutrofizzanti e degli effetti distrofici conseguenti, discriminando le aree maggiormente interessate dai processi eutrofici, anossici e ipossici che mostrano una grande variabilità stagionale.
In autunno, inverno e primavera la fascia costiera risulta divisa in due parti. Lo dimostrano le distribuzioni spaziali, da costa fino a 10 km verso il largo, di salinità, nitrati, considerati come traccianti, di clorofilla "a" e indice trofico TRIX quali indicatori rispettivamente di biomassa microalgale e stato trofico.
La prima parte corrisponde alla zona settentrionale dove le concentrazioni di nutrienti assumono valori più elevati rispetto alla zona centro-meridionale. La seconda, che si estende da Ravenna a Cattolica, presenta condizioni di stato ambientale che tendono ad uniformarsi per quanto riguarda gli indicatori di stato trofico, ma con valori più bassi rispetto alla zona settentrionale. Nel periodo estivo, se si verifica una condizione di riduzione degli apporti dal bacino padano e conseguentemente una modificazione della circolazione delle masse d’acqua, il miglioramento dello stato qualitativo ambientale interessa anche le zone del ferrarese, mentre i processi eutrofici si localizzano nella zona a ridosso del delta del fiume Po.
L’area settentrionale dell’Emilia-Romagna è soggetta maggiormente allo sviluppo di stati anossici/ipossici nel periodo estivo/autunnale rispetto alla restante area costiera. Infatti, la formazione di anossie negli strati prossimi al fondale è in stretta correlazione con la biomassa microalgale e le condizioni al contorno favorevoli, rappresentate da scarsa dinamicità delle masse d’acqua e da situazioni meteo-marine stabili.
In altre parole poiché nella parte settentrionale, Goro-Ravenna, le manifestazioni di stato eutrofico e di fioriture microalgali sono più marcate, anche gli eventi distrofici conseguenti si manifestano più frequentemente.
Con il DLgs 152/06, che recepisce la Direttiva 2000/60/CE e abroga integralmente il precedente DLgs 152/99, sono ridefinite le modalità con cui effettuare la classificazione dello stato di qualità dei corpi idrici. In particolare, per le acque marino costiere sono previsti numerosi nuovi elementi per la definizione dello stato ecologico e la ricerca di contaminanti inorganici e organici anche nella matrice acqua, oltre che nel sedimento, per la definizione dello stato chimico.
Il successivo DM 131/08 definisce i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici, le metodologie per l’individuazione di tipi per le diverse categorie di acque superficiali (tipizzazione), l’individuazione dei corpi idrici superficiali e l’analisi delle pressioni e degli impatti.
Un altro decreto attuattivo del DLgs 152/06, il DM 56/09, definisce i criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l’identificazione delle condizioni di riferimento.
La Regione Emilia-Romagna con Delibera di Giunta n. 350 dell’8 febbraio 2010 ha approvato le attività svolte per l’implementazione della Direttiva 2000/60/CE ai fini dell’adozione dei Piani di gestione dei Distretti idrografici Padano, dell’Appennino settentrionale e dell’Appennino centrale approvando le procedure, i criteri metodologici e le risultanze dell’attività di tipizzazione, di individuazione e caratterizzazione dei corpi idrici, di definizione della rete di monitoraggio di prima individuazione ed i relativi programmi di monitoraggio.
Con il DM 260/10, recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, sono definite le modalità per la classificazione dei corpi idrici da effettuare al termine del ciclo di monitoraggio.
La Direttiva 2008/56/CE (Marine Strategy), recepita in Italia con il DLgs 190/2010, istituisce un quadro all’interno del quale gli Stati membri adottano le misure necessarie per conseguire o mantenere un buono stato ecologico dell’ambiente marino entro il 2020.
Il perseguimento o mantenimento di tale obiettivo deve avvenire attraverso l’elaborazione e l’attuazione di strategie finalizzate a proteggere e preservare l’ambiente marino, a prevenirne il degrado oltre che a prevenire e ridurre gli apporti nell’ambiente marino stesso.
Le strategie adottate devono applicare un approccio ecosistemico alla gestione delle attività umane, assicurando che la pressione collettiva di tali attività sia mantenuta entro livelli compatibili con il conseguimento di un buono stato ecologico e che la capacità degli ecosistemi marini di reagire ai cambiamenti indotti dall’uomo non sia compromessa.