Quantità di polline, dispersione e fattori ambientali
Le piante possono produrre quantità di polline molto elevate. In generale, quelle a impollinazione anemofila producono un numero di granuli pollinici molto superiore a quello delle piante a impollinazione entomofila o autogame.
Per dare un'idea di quanto polline viene liberato si possono citare la betulla con 6.000.000 granuli pollinici prodotti per infiorescenza, il nocciolo con 3.900.000 o la quercia con 1.250.000; è stato calcolato che una pianta di platano, in buono stato di sviluppo e di età approssimativa intorno a 50 anni, produce, mediamente in un anno, 15-20 miliardi di granuli pollinici. Occorre aggiungere che la presenza di pollini in aria subisce notevoli variazioni non solo nel corso degli anni e dei mesi, ma anche dei giorni e delle ore della giornata. Ciò è dovuto, da un lato, allo specifico comportamento delle diverse piante durante la fioritura e, dall'altro, alle differenti condizioni ambientali che si possono determinare nel tempo. È infatti oramai dimostrata la correlazione tra fattori ambientali, concentrazioni aeropolliniche e pollinosi.
La concentrazione di granuli pollinici in aria dipende dal tipo, dalla densità delle piante presenti sul territorio e dalle condizioni meteorologiche; a questo proposito, grandezze come il vento, la temperatura e l'umidità dell'aria rivestono un ruolo di particolare rilievo. Il vento, per esempio, in relazione all'intensità e alla direzione, è in grado di condizionare la concentrazione aeropollinica e di modificarne la composizione botanica, trasportando granuli anche a notevole distanza. Le temperature elevate e la bassa umidità relativa accelerano lo sviluppo delle piante e favoriscono il processo di impollinazione inducendo l'apertura delle antere. I grandi quantitativi di polline liberati durante il periodo di fioritura dalle specie a impollinazione anemofila, sollevati dalle correnti aeree, galleggiano in aria per un tempo più o meno lungo e quindi precipitano a pioggia con uniformità variabile. La maggior parte delle specie tendono comunque a rilasciare una elevata percentuale dei loro granuli nelle ore di luce e in quelle più calde della giornata. Aggiungiamo, per completezza, che alcune piante oltre a presentare una stagionalità di fioritura, producono negli anni quantità differenti di polline, spesso con un andamento ciclico, come per esempio la betulla.
Al fine di monitorare costantemente le concentrazioni aeropolliniche delle famiglie botaniche allergeniche l'Emilia-Romagna ha attivato, dal 1987, una rete di campionatori volumetrici funzionanti tutto l'anno. Oggi la rete di monitoraggio è gestita da Arpae Emilia-Romagna.
Le concentrazioni polliniche giornaliere rilevate dalle stazioni di misura vengono pubblicate sul bollettino dei pollini e delle spore fungine allergeniche redatto a cadenza settimanale.
La rete di Arpae ha promosso, e aderisce, il progetto nazionale Pollnet (Rete italiana di monitoraggio aerobiologico) coordinato dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
In considerazione della notevole variabilità esistente da un anno all'altro e dei numerosi fattori che influenzano la presenza dei pollini in aria, è utile costruire i calendari pollinici per ciascuna famiglia botanica, intendendo la rappresentazione grafica dell'andamento medio annuale della presenza di pollini in atmosfera emessi, durante la fioritura, dalle specie allergeniche.