Cosa fare per applicare il GPP e dare valore alle certificazioni ambientali
Nei Paesi dell´Unione Europea gli appalti pubblici rappresentano circa il 14% del PIL (dato 2016): è evidente il potere della domanda pubblica nell´indirizzare il mercato verso produzioni a minore impatto ambientale tramite l’introduzione di criteri ecologici negli appalti.
Dai primi anni 2000 le direttive europee in materia pongono particolare attenzione agli aspetti socio-ambientali in sede di acquisti di beni, servizi e opere da parte della pubblica amministrazione. Il Green Public Procurement (GPP) è indicato dalla Commissione Europea come uno degli strumenti volontari di politica ambientale più importanti per migliorare le caratteristiche ambientali dei prodotti e dei servizi.
A livello nazionale con il nuovo Codice dei contratti pubblici (DLgs. 50/2016, come modificato dal DLgs. 56/2017) si è operato un passo avanti rispetto all’Europa rendendo obbligatorio il GPP: l’art. 34 prevede che le stazioni appaltanti debbano inserire nella documentazione di gara almeno le specifiche tecniche e le clausole contrattuali contenute nei “criteri ambientali minimi” (CAM) adottati con Decreto del Ministro dell’Ambiente.
In questo contesto, il Codice dei contratti pubblici attribuisce un ruolo centrale alle certificazioni ambientali, intese come sistemi di gestione ambientale delle aziende partecipanti alle procedure di affidamento (certificazione di conformità alla norma ISO 14001 e registrazione EMAS) e come ecoetichettature di beni/servizi.
Nella definizione dei sopracitati CAM, il Ministero dell’Ambiente fa esplicito riferimento sia ai sistemi di gestione ambientale, sia ai criteri di assegnazioni delle etichette ambientali, prima fra tutte l’Ecolabel Europeo.
Le certificazioni ambientali svolgono infatti un doppio ruolo nelle procedure d’appalto: supportano le stazioni appaltanti nella definizione dei requisiti ambientali delle forniture che si intendono acquisire, e supportano le aziende nella dimostrazione della corrispondenza delle caratteristiche ambientali delle forniture offerte ai requisiti ambientali richiesti.
Un’ulteriore spinta per lo sviluppo delle certificazioni ambientali è rappresentato dall’art. 69 del Codice dei contratti pubblici, secondo il quale le amministrazioni aggiudicatrici che intendono acquistare lavori, forniture o servizi con specifiche caratteristiche ambientali o sociale, “possono imporre nelle specifiche tecniche, nei criteri di aggiudicazione o nelle condizioni relative all’esecuzione dell’appalto, un’etichettatura specifica come mezzo di prova che i lavori, le forniture o i servizi corrispondono alle caratteristiche richieste”, purché le etichettature soddisfino alcune condizioni (oggettività, idoneità, verificabilità,...).
Pertanto tutti gli enti pubblici (tra cui anche le università, i concessionari di pubblici servizi o lavori, gli enti, le società e le imprese che forniscono servizi di trasporto al pubblico locale e servizi di erogazione e gestione dell’energia elettrica e del calore) sono obbligati ad applicare i CAM, quando presenti, e sono comunque invitati ad adottare sempre pratiche di GPP. Infatti, gli appalti pubblici sostenibili possono svolgere un ruolo di esempio e di stimolo particolarmente significativo sia nei confronti dei cittadini, cioè gli utenti della pubblica amministrazione, sia nel rapporto con gli operatori economici nelle loro relazioni di competitività reciproca, divenendo così strumento di orientamento del mercato verso l’innovazione in un’ottica di sostenibilità, favorendo al contempo la diffusione delle certificazioni ambientali..
Il percorso metodologico-organizzativo per l’adozione di pratiche di “acquisti verdi” viene suggerito dal Piano di azione nazionale sul GPP (PAN GPP):
- effettuare un’analisi preliminare dei propri fabbisogni con l’obiettivo di razionalizzare i consumi e favorire il decoupling (la dissociazione tra sviluppo economico e degrado ambientale);
- mettere in atto le azioni necessarie per conformarsi agli obiettivi ed ai principi del PAN GPP, articolando un piano che documenti il livello di applicazione ed i propri obiettivi specifici;
- identificare le funzioni competenti per l’attuazione del GPP coinvolte nel processo d’acquisto, compreso tecnici esperti su certificazioni ambientali e strumenti di sostenibilità
individuare le modalità di raggiungimento degli obiettivi stabiliti; - garantire gli adeguati livelli di conoscenza e formazione a tutto il personale;
- monitorare il raggiungimento degli obiettivi prefissati, ponendo in essere tutte le azioni migliorative necessarie al raggiungimento degli stessi.
Un modello operativo di organizzazione interna degli enti finalizzata alla sistematica introduzione degli aspetti ambientali del processo di acquisto, in conformità all’obbligo normativo e per raggiungere obiettivi che vadano oltre l’obbligo imposto dalla norma è fornito dalle Linee Guida green public procurement (GPP) del Sistema Agenziale - LG SNPA 1/2017. Tali Linee Guida, elaborate dalle e per le Agenzie Ambientali e ISPRA, possono essere applicate da tutti gli enti pubblici.
Arpae, coerentemente con la propria mission di prevenzione ambientale, fin dal 2004 ha avviato pratiche di acquisti verdi, pratiche che si sono rafforzate nel tempo e sistematizzate fino a culminare nell’approvazione formale ad ottobre 2011 della “Politica di consumo sostenibile e acquisti verdi di Arpae”, revisionata nel 2020.
Arpae, a richiesta fornisce, agli enti del territorio supporto tecnico-metodologico per l’applicazione dei CAM e per l’introduzione di requisiti ambientali nei settori non normati dai CAM al fine di contribuire alla diffusione delle certificazioni ambientali.
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