Politiche di difesa della costa in Emilia-Romagna
L'Emilia-Romagna vanta una esperienza pluridecennale nella protezione e gestione delle zone costiere, fin da quando, negli anni 70, è stato creato il livello amministrativo regionale in Italia. La Regione Emilia-Romagna programma e realizza azioni strategiche e interventi per contrastare e mitigare i fenomeni di erosione e di ingressione marina lungo il litorale della costa emiliano-romagnola. Gli interventi consistono nel ripristino della naturale dinamica di trasporto della sabbia lungo il litorale mediante il ripascimento degli arenili, attraverso l’utilizzo di depositi sottomarini, e la realizzazione e la manutenzione di opere di difesa. Tale programmazione è predisposta dall’Area Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica sulla base di finanziamenti previsti da leggi nazionali o regionali di settore, ed in attuazione a quanto previsto dalle pianificazioni di bacino.
da Cosa fa la Regione Emilia-Romagna
La stretta collaborazione di Arpae con le aree regionali che si occupano di difesa della costa è stata determinante per la definizione e attuazione di politiche innovative, che hanno portato la Regione Emilia-Romagna a essere all’avanguardia in Italia in materia di gestione costiera.
L’attività di studio, ricerca e monitoraggio dell'Agenzia ha permesso di ricavare una vasta mole di dati e informazioni sui processi fisici, biologici e ambientali avvenuti in seguito alle operazioni di dragaggio e ripascimento.
I risultati hanno mostrato che il ripascimento è la tecnica più indicata per la protezione delle spiagge del litorale emiliano-romagnolo, tanto più se realizzato con sabbie sottomarine. Anche per quel che riguarda le aree di prelievo al largo, i monitoraggi di Arpae hanno verificato che tali aree non sono zone di riproduzione per specie ittiche pregiate e che il ripopolamento delle specie zoobentoniche preesistenti avviene nel giro di due o tre anni.
Un po' di storia
Fin dalla fine dell’800 e per buona parte del secolo scorso l’intervento di difesa della costa dall’erosione riguardava esclusivamente la costruzione di opere di difesa di tipo rigido.
Tali interventi hanno parzialmente attenuato l’avanzata del mare, determinando però un impatto paesaggistico-ambientale importante. È noto che le opere rigide determinano una serie di effetti negativi quali spostamento dell’erosione nel tratto adiacente sottoflutto, spiagge sommerse pensili, e la formazione di salienti e tomboli che interferiscono con la normale circolazione delle acque marine.
Con la legge regionale n° 7/1979, la Regione dava il via alla realizzazione di un piano progettuale per la difesa della costa adriatica, il Piano Costa 1981, e nel 1983 al primo significativo intervento di ripascimento in Italia, con l’apporto di 538.000 m3 di sabbia su circa 6 chilometri di spiagge. In seguito, sono stati condotti numerosi altri interventi con sabbia prevalentemente estratta da cave a terra. Successivamente alla scoperta di giacimenti di sabbie relitte sottomarine sfruttabili, la Regione ha promosso importanti interventi di ripascimento (denominati Progettoni) nel 2002, 2007, 2016 e 2022 apportando oltre 4 milioni di mc di sabbia sulle spiagge in erosione.
Un cambio di rotta fondamentale per contrastare la crisi erosiva dei litorali, compresi quelli difesi da opere rigide, determinata dalla riduzione degli apporti di sabbia al mare da parte dei fiumi e dalla subsidenza.
L’esperienza delle politiche di difesa attuate dalla Regione ha portato alla consapevolezza che non esistono interventi risolutivi ma che solo una corretta gestione integrata della costa può garantire l’equilibrio delle spiagge in erosione e, conseguentemente, il futuro del turismo balneare.