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Radon

Il radon è un gas radioattivo presente in natura, chimicamente inerte, inodore, incolore e privo di sapore. E’ prodotto dal radio nella catena di decadimento dell’uranio, elemento presente in quantità variabili in tutte le rocce e nel suolo.

Radon infografica

Quando il gas radon si libera dal sottosuolo passando nell’aria, i suoi prodotti di decadimento, che emettono radiazioni alfa, possono aderire agli aerosol, alla polvere e ad altre particelle presenti nell’aria che respiriamo così da riuscire a depositarsi nelle cellule di rivestimento delle vie aeree dove le particelle alfa possono esplicare la loro azione dannosa. In particolare, se inalato, il gas radon può indurre nelle cellule polmonari danni al DNA. Studi di mutagenesi cellulare, ricerche sperimentali su animali in vivo e studi epidemiologici su coorti occupazionali e residenziali, hanno stabilito che l’esposizione a radon può indurre tumore polmonare. Sin dal 1988 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato il radon tra i cancerogeni accertati del gruppo I, per i quali vi è la massima evidenza di cancerogenicità.
Per questo motivo in molti paesi, soprattutto in Europa e nel nord-America sono state attivate politiche sanitarie finalizzate alla riduzione di questo rischio. Per quanto riguarda le abitazioni, il documento di riferimento risulta la Raccomandazione 90/143/EURATOM rivolta alla tutela della popolazione; per la tutela dal rischio radon indoor nelle abitazioni la Raccomandazione stabilisce due livelli di azione distinti: uno per gli edifici da costruire, pari a 200 Bq/m³, ed uno per quelli esistenti, corrispondente a 400 Bq/m³.

L’Unione Europea (UE) ha successivamente emanato la direttiva 96/29/EURATOM che al Titolo VII si occupa dell’esposizione a radiazioni ionizzanti da sorgenti naturali nei luoghi di lavoro. In Italia la Direttiva 96/29/EURATOM è stata recepita con il D. Lgs. 241/00 che ha modificato il D.Lgs. 230/95 introducendo per l’appunto un Capo dedicato alla tutela dal rischio radioattività naturale nei luoghi di lavoro. In particolare è stato introdotto l’obbligo per le Regioni di individuare le aree del territorio in cui ci sia un’elevata probabilità di alte concentrazioni di attività di radon.
Una volta individuate, in queste aree, tutti i luoghi di lavoro sarebbero soggetti a misurazioni della concentrazione di attività di radon media annua per la verifica del rispetto del livello di azione fissato in 500 Bq/m³.

Per quanto riguarda il rischio radon indoor nelle abitazioni invece la normativa italiana non prevede alcun obbligo. Considerato il già citato rischio sanitario associato al radon e tenuto conto che in Italia i casi di tumore polmonare correlati a questa esposizione sono stimati in un numero compreso tra 1500 e 6000 all’anno, il Ministero della Salute, tramite il Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM), ha attivato nel 2005 una collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), per dare avvio ad un Piano Nazionale Radon.

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