Il rischio e gli effetti
La potenziale pericolosità dei materiali di amianto dipende dall'eventualità/possibilità che siano rilasciate fibre aerodisperse nell'ambiente e che possano essere inalate. Il criterio più importante da valutare in tal senso è rappresentato dalla friabilità dei materiali. I materiali friabili possono liberare fibre spontaneamente per la scarsa coesione interna (soprattutto se sottoposti a fattori di deterioramento quali vibrazioni, correnti di aria, infiltrazioni di acqua) e possono essere facilmente danneggiati nel corso di interventi di manutenzione o da parte degli occupanti dell'edificio, se sono collocati in aree accessibili.
L'amianto veniva utilizzato nell'edilizia come copertura dei tetti, rivestimento interno agli edifici, isolante nella realizzazione di impianti e rivestimenti isolanti. Era utilizzato con l'aggiunta di agglomeranti, la cui efficacia era vista come un enorme miglioramento nel campo dell'edilizia. Questo è il motivo della sua diffusione su larga scala.
La pericolosità dei materiali contenenti amianto è dovuta alla possibilità di rilasciare fibre microscopiche in grado di essere inalate dall'uomo. Per questo le malattie causate dall'amianto sono a carico dell'apparato respiratorio. La pericolosità deriva dalla struttura delle fibre, rigide e sottili, che inalate penetrano facilmente nell'interstizio polmonare. Gli anfiboli, caratterizzati da fibre rigide, sono considerati il tipo di amianto più pericoloso per l'uomo.
L'insorgere di patologie tumorali non è sempre legato a una lunga esposizione a fibre di amianto, ma è stato provato che è possibile contrarre malattie anche con basse esposizioni.
I materiali più pericolosi sono quelli friabili, ovvero con una maggiore capacità di rilascio delle fibre.
Il cemento-amianto, meglio conosciuto come eternit, è invece classificato come materiale compatto, pertanto la pericolosità è legata allo stato di manutenzione e conservazione del materiale.
Il rischio di esposizione, quindi, non interessa solo i lavoratori che operano su materiali contenenti amianto, ma anche tutte quelle persone che risiedono o frequentano ambienti in cui è presente amianto sotto forma di manufatti. Data la lunga latenza della malattia, nella protezione della popolazione, particolare attenzione dovrà essere posta alla salvaguardia delle popolazioni più giovani (bambini e ragazzi).
La Legge n. 257/1992 "Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto" ha stabilito l'interruzione dell'utilizzo di materiale contenente amianto.
Per approfondire:
Servizio Amianto (Ecoscienza 1/2018)
Il mesotelioma maligno in Emilia-Romagna (Antonio Romanelli, Cinzia Storchi, Orietta Sala, Ecoscienza 2/2013)
Quello che (non) sappiamo dell'amianto (Annamaria Colacci, Ecoscienza 2/2013)
Ambiente e salute, un'interazione complessa (Annamaria Colacci, Ecoscienza 6/2012)
L'amianto nelle acque per il consumo umano (Fabrizia Capuano, Giovanni Pecchini, Enzo Motta, Orietta Sala, Tiziana Bacci, Ecoscienza 3/2011)