Utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, digestato e altre acque originate dall'attività agricola
L'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, delle acque di vegetazione dei frantoi oleari e delle acque reflue provenienti dalle aziende agricole e agroalimentari previste all'art.112 del D.Lgs.152/2006 è soggetto alla presentazione da parte dell’utilizzatore, sia esso produttore o detentore, di una comunicazione preventiva così come prevista dalla vigente normativa (D.Lgs.152/2006 - art.112). Per un approfondito si rimanda alla sezione che tratta il tema Agrozootecncia.
Il digestato è considerato sottoprodotto nel rispetto dell'art. 184-bis del d.lgs. n. 152 del 2006 e qualora derivi da impianti di digestione anaerobica aziendali o interaziendali alimentati esclusivamente con i materiali e le sostanze elencati all'art. 22 comma 1 del d.M. 25 febbraio 2016 e destinato ad utilizzazione agronomica nel rispetto dei principi, criteri, divieti e prescrizioni contenuti nel Titolo IV del medesimo decreto del 25 febbraio 2016.
Sul territorio della Regione Emilia Romagna, in virtù della regolamentazione vigente, l’obbligo della comunicazione preventiva per chi utilizza effluenti zootecnici per fertilizzare i propri terreni, dipende dalla collocazione dell’attività (rispetto alla vulnerabilità territoriale), dalla tipologia dell’azienda (produttrice o solo utilizzatrice) e dai quantitativi di effluenti (espressi in chilogrammi di azoto per anno). Di seguito sono riassunti i criteri che individuano i soggetti interessati:
Zone Vulnerabili ai Nitrati
- Aziende con allevamenti (che producono più di 1.000 kg annui di azoto);
- Aziende a indirizzo produttivo vegetale, che utilizzano effluenti zootecnici (più di 3.000 kg annui di azoto) per la fertilizzazione.
Zone Non Vulnerabili
- Aziende con allevamenti (che producono più di 3.000 kg annui di azoto)
- Aziende a indirizzo produttivo vegetale, che utilizzano effluenti zootecnici (più di 6.000 kg annui di azoto) per la fertilizzazione.
La comunicazione dovrà essere presentata e/o aggiornata ad ogni variazione delle condizioni a seguito delle quali è stata presentata, mediante l’apposito applicativo elaborato dalla Regione Emilia Romagna il cui inoltro avverrà per via telematica, sia in forma cartacea mediante PEC ad Arpae AACM.Per l’identificazione della Zona vulnerabile o non vulnerabile è possibile consultare l’applicativo online della Regione Emilia Romagna
Comunicazioni di Utilizzazione agronomica in ambito di procedimento di Autorizzazione Unica Ambientale (AUA)
Il Decreto del presidente della Repubblica n. 59 del 13/03/2013 (normativa AUA) prevede all’art. 3 comma 3, che se dall’impianto (inteso come Azienda agricola nel suo complesso, comprendendo tutti i fabbricati, le aree gestite e le attività in esse svolte), hanno origine esclusivamente matrici ambientali soggette a semplice comunicazione è facoltà dei gestori degli impianti (in questo caso identificati come i conduttori dell’azienda agricola/allevamento) che intendono avviare o proseguire l’attività di utilizzazione agronomica degli effluenti di non avvalersi dell’AUA. Invece quando dall’impianto, come descritto sopra, hanno origine anche altre matrici ambientali ricomprese tra quelle elencate all’art. 3 comma 1 del DPR 59/2013 e soggette a provvedimento espresso, (esempio: autorizzazione agli scarichi e /o emissioni in atmosfera in regime ordinario, etc.), il titolare dell’attività è soggetto all’obbligo di richiedere ed ottenere l’AUA per tutte le matrici originate compresa anche la comunicazione di attività di utilizzazione agronomica.
Moduli
Comunicazioni utilizzo agronomico di effluenti allevamento/digestato (Applicativo regionale)
Comunicazione utilizzo agronomico acque reflue da aziende agricole e agrolimentari
Normativa di riferimento
• D.Lgs. n. 152 del 03/04/2006 art. 112;
• Legge Regione Emilia Romagna. n. 4 del 06/03/2007 , Capo III, agli articoli da 6 a 14;
• Decreto Interministeriale n.5046 del 25/02/2016;
• Regolamento Regionale n. 2 del 19/03/2024 “Regolamento Regionale in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, del digestato e delle acque reflue”