La rete dei giardini della biodiversità
La rete dei giardini della biodiversità
Nell'ambito di una convenzione fra la Regione Emilia-Romagna e Arpae è stata realizzata una Rete dei frutteti della biodiversità, la prima non solo nella nostra regione ma anche in Italia.
La rete dei giardini della biodiversità è formata da 7 giardini-frutteti:
- il Frutteto del Palazzino nel parco di Villa Ghigi di Bologna
- la Cattedrale delle foglie e delle piante contadine di Cesenatico
- il Giardino dei Frutti per non dimenticare di Gattatico (RE), presso il Museo Cervi
- il Frutteto degli Estensi, nel centro storico di Ferrara
- i Frutti delle Mura presso la sede Arpae di Piacenza
- il Sentiero dei frutti perduti di Alfero (FC)
- il frutteto del parco di Teodorico di Ravenna
- il Frutteto della biodiversità a FICO (Bologna)
Questa rete di giardini-frutteti ha alcuni obiettivi fondamentali:
- è dedicata al recupero e alla valorizzazione del germoplasma di fruttiferi autoctoni dell’Emilia-Romagna in base alle finalità della legge regionale n. 1 del 29/01/08
- ha una valenza divulgativa e didattica (la Fondazione Villa Ghigi, in particolare, è un importante centro di educazione ambientale della rete regionale INFEAS)
- attraverso le antiche varietà sarà possibile recuperare la memoria legata alla loro coltivazione, conservazione e impiego; tutti questi dati faranno parte della cosiddetta “Banca della Memoria”
- la rete ha una grande valenza scientifica in quanto nei vari giardini vi sono alcune piante che saranno oggetto di studio da parte di Arpae per valutare i cambiamenti climatici in atto attraverso l'analisi delle fasi fenologiche (apertura delle gemme, fioritura ecc.). I fruttiferi messi a dimora sono quindi importanti indicatori biologici, non solo come “sensori” delle variazioni climatiche, ma anche della qualità ambientale e in particolare dell’aria nei riguardi di sostanze inquinanti. Alle osservazioni fenologiche si affiancano quelle sui fitoallergeni aerodispersi, responsabili di patologie respiratorie che purtroppo interessano mediamente il 12-15% della popolazione che vive in città. Inoltre la valutazione dell’impatto delle variazioni del clima che agisce anche nei confronti della vitalità del polline dei fruttiferi sarà molto utile nella programmazione della gestione delle colture agrarie.
Ogni frutteto ha una sua specificità:
Il Frutteto del Palazzino prende il nome da uno degli antichi edifici colonici situati all'interno del Parco Villa Ghigi, sulle prime colline in vista della città di Bologna, e richiama la figura dell’ultimo proprietario privato della bella tenuta pedecollinare, il prof. Alessandro Ghigi, zoologo di fama, a lungo rettore dell’Università di Bologna e antesignano delle politiche di conservazione della natura in Italia.
Cesenatico ha come personaggio di riferimento Tonino Guerra: egli ha progettato una serie di 7 foglie scolpite formanti un anfiteatro che ha chiamato “la Cattedrale delle foglie e delle piante contadine”. Questo era uno dei progetti sospesi, che si è realizzato con il lavoro dello scultore Aurelio Brunelli.
Ferrara è stata scelta in quanto città Patrimonio dell’Unesco e unica in Italia per avere nel suo centro storico un’azienda agricola di ben cinque ettari, nella quale ora crescono anche i capostipiti della frutticoltura emiliano-romagnola.
A Gattatico è stato dedicato un filare di patriarchi da frutto alla Famiglia Cervi, cioè ai sette fratelli maschi, alle due sorelle, a papà Alcide e a mamma Genoveffa. Il colore rosso, che accomuna il frutto maturo assume un alto valore simbolico: questo è il colore dell'amore, delle emozioni, del sentimento, del sangue inteso come vita, ma pure della violenza che porta al suo spargimento. Colore di sangue e di vita, colore dei frutti dedicati a una famiglia di contadini che è passata alla storia attraverso la cruna del sacrificio.
Il Sentiero dei Frutti Perduti di Alfero è l'unico della rete realizzato in montagna e ha come obiettivo la dimostrazione della grande rusticità e resistenza dei frutti antichi di alta quota.
I Frutti delle Mura presso la sede Arpae di Piacenza prendono il nome dalla vicinanza alle mura della città e siccome in passato gli orti e i frutteti erano a ridosso delle mura, con questa operazione le piante antiche ritornano alle origini.
I Frutti Antichi presso il Parco di Teodorico a Ravenna hanno una grande visibilità; infatti questo sito, patrimonio dell’Unesco, è meta di un flusso continuo di visitatori da tutto il mondo e quindi anche il messaggio della biodiversità può essere veicolato ad un vastissimo pubblico.
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